L'Alfiere

Chi Siamo

Nel lontano 1960, mentre la retorica risorgimentale, alimentata dalle celebrazioni per il centenario della spedizione garibaldina, imperversava, si levò decisa una voce fuori dal coro: per iniziativa di Silvio Vitale, ebbe vita L’Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, che sin dal titolo proclamava con fierezza di ispirarsi alla grande tradizione dell’antica capitale delle Due Sicilie.

Attraverso le pagine della rivista, un manipolo agguerrito di giovani studiosi intraprese una coraggiosa opera di revisione storica, demolendo con ricchezza di argomenti le falsità divulgate dalla storiografia asservita al potere, portando alla luce episodi e personaggi sui quali si era voluto stendere un velo di oblio, esortando tutti gli uomini liberi alla riflessione critica e all’impegno per la difesa della dignità dei popoli delle Due Sicilie.

Fu l’inizio antagonista di una lunga traversata controcorrente, tenacemente condotta nell’alternarsi delle stagioni politiche, col timone saldamente orientato nel segno della tradizione intesa non già come vuota ripetizione di comportamenti, ma come dinamica espressione delle più autentiche esigenze dell’uomo, capace di adattarsi ai mutamenti della storia senza perdere lo splendore della propria unicità.

Centro di attrazione e di confronto delle personalità meno conformiste della cultura, non solo italiana, L’Alfiere è stata sin dalla nascita una rivista di battaglia, che, pur rifuggendo dall’invettiva manichea e dalle semplificazioni fuorvianti, si è posto l’obiettivo di stimolare la memoria storica e l’orgoglio identitario dei meridionali, promuovendo iniziative editoriali, celebrazioni, convegni, manifestazioni, incontri conviviali.

A cinquant’anni da quella iniziativa pionieristica si può affermare, senza peccare di ottimismo, che un secolo e mezzo di denigrazioni, di falsificazioni strumentali ossessivamente propinate, di continui attentati alle peculiarità culturali e ambientali di un popolo non è riuscito a distruggere, nell’animo dell’uomo del Sud, quel cassetto prezioso ove sono custoditi gli elementi essenziali della sua personalità, plasmati nei millenni da una storia di incomparabile ricchezza.

Perciò L’Alfiere intende proseguire la sua battaglia. Anche se moltissime verità sono ancora da svelare sulle vicende di storia e di cronaca che ci hanno portato all’attuale degrado, ormai sappiamo di avere una “casa”, e vogliamo riappropriarcene. Vogliamo liberarci dall’incubo concretatosi due secoli fa, che ci ha portato tre invasioni, l’asservimento a centri di potere ostili, la distruzione progressiva delle nostre istituzioni, la spoliazione dei nostri beni, lo sterminio della nostra gente, l’annientamento della nostra economia, la terribile piaga dell’emigrazione, il pregiudizio etnico e addirittura razziale, il trionfo delle associazioni mafiose, la perdita della nostra dignità e con essa, lentamente, la cancellazione della nostra identità di popolo.
Ma la rinascita della nostra patria ha bisogno di energie nuove, di proposte organizzative, di serietà metodologica, di operosa concordia, di lungimiranti visioni strategiche. Per non ricadere nei nefasti errore del passato, occorre partire da un’attenta analisi delle dinamiche di un mondo sempre più globalizzato e martoriato dalla dissennata e rapace gestione delle risorse, instaurando rapporti di solidarietà e collaborazione con chi, in Italia e nel mondo, riconosce la funzione insopprimibile e la meravigliosa diversità delle autentiche tradizioni nazionali, con quanti difendono gli uomini e l’ambiente dagli assalti del materialismo livellatore.

Chi sa indignarsi per la falsità e l’ingiustizia ci contatti. Noi operiamo perché venga presto il giorno in cui gli uomini del Sud si riprenderanno le chiavi di casa, si riconosceranno nella luce della tradizione, si riabbracceranno come fratelli ritrovati nel ricordo di quelli che hanno tenuto accesa la fiamma della riscossa.